ANESTESIOLOGIA OZONOTERAPIA - Centro Medico Sanitario - Brebbia (Va)

Direttore Sanitario: Dr. Roberto Giani
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ANESTESIOLOGIA – OZONOTERAPIA

Dr. Alessio Zambello



Il Dr. Alessio Zambello è specialista in anestesia, rianimazione e terapia del dolore.
Si occupa di trattamenti non chirurgici di patologie della colonna vertebrale, di ozonoterapia e cure palliative.
Autore di numerosi articoli scientifici su riviste nazionali ed internazionali, si interessa in particolare di sicurezza in ozonoterapia e del trattamento di ernie discali e patologie infiammatorie e degenerative ortopediche con ozono. Socio fondatore della federazione italiana di ossigeno-ozonoterapia (FIO www.webfio.it) e membro della World Federation of Oxygen-Ozone Therapy (WFOOT), e relatore a numerosi congressi e corsi sull'uso dell’ozono in Italia e nel mondo.
Ozonoterapia
È un trattamento medico in grado di guarire dal dolore e dai sintomi legati ad ernia o protrusione discale in un'altissima percentuale di casi (75-85%).
Il dolore lombare o sciatico, causato dal conflitto fra disco e radici nervose, va considerato un sintomo generato da molti fattori. È spesso causato non tanto dalla compressione quanto dall'infiammazione del nervo.
L'infiammazione peggiora la compressione sulla radice nervosa e produce una riduzione ed una stasi del flusso di sangue nei piccolissimi vasi che circondano il nervo per fornirgli ossigeno e sostanze nutritizie, generando una vera e propria sofferenza ischemica, cioè da carenza di ossigeno.
La sofferenza della radice genera un'anomalia di conduzione nervosa causata dalla perdita di mielina del nervo, cioè della sostanza di rivestimento ed isolamento del nervo.
L'azione farmacologica della miscela di ossigeno-ozono presenta la potenzialità di agire in modo multifattoriale: può contrastare l'infiammazione sia nella componente cellulo-mediata (riduzione del rilascio di sostanze infiammatorie da parte dei macrofagi e dei globuli bianchi, aumento delle proteine antinfiammatorie che bloccano gruppi di cellule dette citotossiche) si nella componente bioumorale (riduzione delle citochine pri-infiammatorie), agisce sulla compressione favorendo la disidratazione dell'ernia, ossigena il nervo e la regione circostante, favorendo il processo di guarigione.
Tecnica intraforaminale
Il trattamento con una miscela di ossigeno-ozono in sede intraforaminale prevede l'uso di un Amplificatore di brillanza o della TAC per il posizionamento estremamente preciso della punta dell'ago nel punto di uscita del nervo infiammato dal canale spinale.
Il trattamento è eseguito dopo un'accurata disinfezione della cute, seguita da un'anestesia locale con ghiaccio spray.
Raramente risulta dolorosa per il paziente che, dopo circa 15-20 minuti può ritornare al suo domicilio.
Questa tecnica rappresenta l'evoluzione ed il perfezionamento delle classiche somministrazioni paravertebrali. L'ozono arriva esattamente sulle radici nervose sofferenti a causa dell'ernia o della protrusione.
L'uso delle apparecchiature radiologiche permette di verificare in continuo l'accuratezza della metodica.
Solitamente si eseguono 4-5 infiltrazioni ad intervalli di due settimane, oppure si esegue una prima infiltrazione intraforaminale seguita da un ciclo infiltrativo classico paravertebrale. La percentuale di risoluzione del quadro doloroso raggiunge l'85% di risultati positivi.
Tecnica paravertebrale
La tecnica classica prevede l'infiltrazione di una miscela di ossigeno-ozono in prossimità del disco malato. Il ciclo di ossigeno-ozono terapia si articola in un primo periodo di sei infiltrazioni ad intervalli di 3-4 giorni. Al termine di questo primo ciclo se il paziente ha avuto una riduzione del dolore del 40-50% si prosegue con un secondo ciclo di sei somministrazioni, progressivamente più dilazionate nel tempo per verificare la stabilità della remissione. Non è richiesta anestesia ed è effettuata in regime ambulatoriale.
Dopo pochi minuti dalla somministrazione si può tornare alle proprie normali attività. I benefici del trattamento, sebbene talvolta immediati, si manifestano abitualmente dopo due/tre settimane. L'efficacia terapeutica è generalmente eccellente: nell'ernia discale si ha regressione pressoché completa della sintomatologia nel 75-80% dei pazienti trattati. Il risultato è stabile nel tempo (recidive 3-5%).
Ai pazienti che alla 5ª-6ª infiltrazione non riportano una riduzione del dolore significativa vengono consigliate altre tecniche e terapie. La percentuale di pazienti che devono essere sottoposti ad intervento chirurgico è pari all'1-3%, questo è probabilmente il dato più significativo.
In tempi successivi sono consigliate alcune sedute di richiamo-mantenimento (in genere un'infiltrazione ogni 9-12 mesi).
Mal di schiena
Nella vita di un uomo ci sono poche certezze, una di queste è che prima o poi soffrirà di mal di schiena.
È un disturbo molto frequente che affligge il 65-80% della popolazione mondiale, di enorme rilevanza sociale per il grande impatto economico. In Italia ogni anno 4 milioni di pazienti si rivolgono al medico per problemi correlati al mal di schiena.
Cause di mal di schiena
Le patologie più frequenti sono rappresentate da ernia discale e protrusioni discali, artrosi, stenosi del canale vertebrale, fibrosi postoperatoria per chirurgia della colonna, spondilolisi e spondilolistesi. Una visita accurata deve però permettere di escludere altre cause come osteoporosi, traumi, cedimenti vertebrali, malattie reumatiche, tumori, metastasi.
Ernia discale e protrusione discale

L'ernia discale è una patologia della colonna vertebrale in cui una lacerazione della parte esterna dell'anello fibroso di un disco intervertebrale permette alla parte centrale del disco stesso, soffice e molto ricca d'acqua (nucleo polposo), di fuoriuscite.
Queste lacerazioni del disco determinano il rilascio di mediatori chimici dell'infiammazione che possono causare un dolore severo anche in assenza di una compressione diretta delle radici nervose (radicolite chimica). Questo spiega l'uso di farmaci antinfiammatori per trattare il dolore causato da ernie e protrusioni.
Molte volte l'anello fibroso, pur lacerato, non si rompe ed il disco rimane integro, sebbene deformato (protrusione discale o bulging).
La risposta infiammatoria e l'azione compressiva causano dolore, più frequentemente in sede lombare o al collo.
Altre volte l'anello fibroso si rompe ed il contenuto gelatinoso del disco fuoriesce per portarsi nel canale spinale (ernia discale) generando una risposta infiammatoria, talvolta premendo direttamente contro le radici nervose. Il dolore è irradiato tipicamente alla gamba o al braccio.
Frequenza
Le ernie discali si manifestano più spesso tra i 30 ed i 50 anni, quando il nucleo centrale polposo cambia, si disidrata progressivamente, ed il rischio di formazione di ernie progressivamente si riduce.
Sintomi
I pazienti possono lamentare un dolore di diversa intensità, formicolio o una sensazione di bruciore. Può essere ridotta o assente la sensibilità tattile o dolorifica, alcune volte può essere presente un deficit di forza. La sede dei sintomi è legata alla sede dell'ernia o della protrusione.

Ernia/protrusione discale lombare
I sintomi si manifestano alla schiena in sede lombare, ai glutei, alle cosce, possono irradiarsi al piede sino alle dita. Il nervo sciatico è il nervo colpito più frequentemente (dolore alla gamba, posteriore, fino alla caviglia o alle dita del piede), più raramente il nervo femorale (dolore alla coscia, anteriore, esteso fino al ginocchio).

Ernia/protrusione cervicale
I sintomi possono colpire la nuca, il collo, la scapola, la spalla, il braccio e la mano.



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